Brochure OGR
Dopo lunghe vertenze giuridiche con la proprietà c’è stato, ultimamente, un patto col Comune per documentare la memoria di un pezzo importante della città attraverso la creazione di un museo e di questa brochure.
ATRIUM GO! SCHOOL TOURS OF ARCHITECTURE AND POWER IN THE TWENTHIETH CENTURY
Lavorando lavorando, il presente prende il sopravvento e non hai il tempo di fermarti a ricordare quello che hai fatto. A distanza di anni, questo progetto merita però di essere raccontato, per la sua unicità. Ciò che ha reso speciale questo lavoro sono diversi aspetti che si riassumono in queste parole: inclusione, dissonanza, critica etica dell’eredità culturale.
Tutto ha avuto inizio nel 2018, quando Tuna bites venne interpellata da un ufficio del comune di Forlì: la commessa riguardava l’immagine coordinata di un nuovo prodotto nell’ambito della Rotta Culturale Europea ATRIUM.
Si trattava di progettare il nome, l’identità visiva, la comunicazione per una proposta didattica di viaggi di istruzione, che avevano lo scopo di indagare criticamente i segni tangibili che i regimi totalitari del XX secolo hanno lasciato impressi nel territorio europeo, a Est come a Ovest. Lo scopo era fare in modo che i giovani si confrontassero con ciò che è accaduto nel nostro passato recente e che conoscessero le tragedie ad esso collegate, per diventare cittadini consapevoli delle proprie scelte nel presente.
Tutto il progetto sarebbe stato gestito secondo criteri di condivisione, nel confronto con rappresentanti di studenti, professori e guide dei viaggi.
Questo metodo inclusivo rappresentava per me una sfida perché, diversamente dal solito, non mi sarei limitata ad avere a che fare coi committenti, ma anche col target della comunicazione che andavo progettando.
Un’altra difficoltà era rappresentata dal fatto che le architetture del primo Novecento sono ammalianti. Sono state progettate per convincere e in più rappresentano il nostro passato, fanno da sfondo nel album di famiglia. Ma nel citarle visivamente era necessario mantenere un distacco critico, senza indulgere in un facile estetismo. Alla prima visita all’ex Collegio aeronautico di Forlì, mi sono resa conto di essere io per prima affascinata da quel luogo.
Ecco alcune delle foto scattate da me in quell’occasione.
La prima fase del progetto è stata quella di dare un nome e un logo al prodotto. Il logo della rotta Atrium esisteva già e non poteva essere modificato, ma poteva essere accompagnato da altri elementi visivi.
Fra le varie proposte, dopo una discussione assembleare, è stato scelto questo nome:
Il comune di Forlì era capofila del progetto ma tante altre città, italiane, croate, albanesi, erano coinvolte dalla rotta.
A proposito del respiro europeo del progetto, riporto questo testo presente nel pieghevole rivolto alle scuole (testo a cura di Tuna bites): “ATRIUM – Architecture of Totalitarian Regimes of the 20th century In Europe’s Urban Memory è una Rotta Culturale Europea certificata dal Consiglio d’Europa che consente di esplorare alcuni aspetti della storia del XX secolo, guardando agli eventi traumatici che lo hanno contraddistinto attraverso il paesaggio urbano. Le tracce dei regimi totalitari e dittatoriali di questo periodo, di destra come di sinistra, sono ancora ben visibili in molte città europee e la rimozione del loro significato storico e simbolico è stato finora l’atteggiamento prevalente delle comunità che li ospitano.
Al contrario, ATRIUM vuole esplorare tale significato simbolico e storico attraverso la chiave interpretativa della dissonanza, trattando queste architetture come oggetti utili a stimolare una riflessione critica sulla storia che li ha generati, oltre alla conoscenza degli aspetti puramente stilistici e architettonici.
In linea con gli indirizzi del Consiglio d’Europa, ATRIUM sviluppa e rende fruibile, dal punto di vista turistico, un tema culturale comune di rilevanza europea e realizza una proposta didattica per i viaggi di istruzione consapevole e sostenibile, tanto dal punto di vista economico, quanto da quello sociale e ambientale.”
Ecco alcune delle cartoline progettate per essere inviate alle scuole europee.
Ed ecco il pieghevole di presentazione dell’iniziativa.
Riporto qui ancora un brano ripreso dal folder, che spiega l’intento didattico del progetto Atrium GO!:
“Leggere le architetture dei regimi totalitari europei del XX secolo nel loro legame col contesto politico originario ci impone di ampliare lo sguardo al loro significato nel presente ed è qui che nasce la dissonanza, come iato tra significato originario e valori democratici attuali. Proprio per evitare equivoci circa la sua finalità, la proposta turistica Atrium GO! è stata pensata fin dall’inizio grazie al coinvolgimento diretto di studenti e insegnanti, secondo metodologie partecipative. Lungi dal proporre una revisione storica dei regimi dittatoriali, il percorso intende offrire un metodo inedito per fare luce sulle vicende narrate da quegli edifici e sulla drammatica pervasività delle ideologie che li hanno realizzati. Atrium GO!propone di trasformare un problema (la dissonanza delle architetture totalitarie e il peso della storia) in un’opportunità di crescita della consapevolezza degli studenti, fornendo a questi futuri cittadini nuove chiavi di lettura per comprendere la storia del XX secolo.”
Ad ogni città è stato dedicato un pieghevole specifico, qui sotto è visibile quello di Ferrara.
Mentre questo è un rollup utilizzato nelle conferenze di presentazione.
Partecipare a questo progetto è stata una delle esperienze che hanno dato un senso, per il nostro studio, all’occuparsi di progettazione grafica.
La cosa triste è che Atrium GO! ha subito, per ora, uno stop in seguito alla mutata situazione politica locale.
Il 2020 è stato per tutti un anno molto particolare e, nel gran trambusto, ci siamo dimenticate di raccontare le celebrazioni del bicentenario della casa editrice Marietti 1820, di cui curiamo l’immagine coordinata dal 2017.
In realtà il progetto della mostra bibliografica, del francobollo, del taccuino e della comunicazione sui quotidiani, ci ha impegnate per buona parte di quell’anno e anche del 2019. Tutto il processo è stato interessante perché ci sono passati per le mani tomi antichi, abbiamo scoperto quanta cura e quante persone esperte sono necessarie per prepararli all’esposizione. Abbiamo ideato una serie di pannelli coordinati per la splendida cornice dell’Archiginnasio a Bologna. Soprattutto ci siamo sentite parte di una storia che ha attraversato fortunosamente due secoli e ne siamo state orgogliose.
Siamo bolognesi, per cui abituate a passeggiare sotto i portici del Pavaglione. L’entrata della Biblioteca dell’Archiginnasio è meravigliosa e conosciuta, ma altra cose è varcare quella soglia per partecipare alle riunioni preparatorie, nelle sale riservate al personale. In quelle stanze, i computer stanno a volte su scrivanie settecentesche e alle pareti i poster si affiancano a quadri antichi, con grande confidenza.
Non avevamo mai avuto a che fare con l’Istituto poligrafico dello Stato per il progetto di un francobollo e non ne conoscevamo tutte le implicazioni, ma alla fine è stato bello arrivare al giorno dell’annullo. Apparteniamo alla generazione per cui la posta tradizionale ha ancora un bel significato e ricevere una lettera scritta a mano rappresenta un regalo.
L’entrata dell’Archiginnasio, sotto al portico del Pavaglione, con il poster della mostra.
L’antica libreria Zanichelli, ora libreria Coop, a lato dell’Archiginnasio, con alcune delle collane recenti edite da Marietti 1820.
La sfida del progetto era pensare a dei pannelli che si adattassero alle strutture messe a disposizione dell’Archiginnasio e che fossero in grado di ospitare, in maniera coordinata, oggetti molto eterogenei: testi di varia lunghezza e soprattutto libri che andavano dal 1820 ai giorni nostri.
La difficoltà è stata anche quella di immaginare una parte di libri aperti, altri chiusi, trovare una disposizione per i diversi formati e dare tutte le istruzioni a chi si sarebbe occupato dell’installazione.
Il direttore della casa editrice, Roberto Alessandrini, ha organizzato una serie di conferenze (“Parole in viaggio”) su 10 parole chiave per la contemporaneità, Per questa occasione, ci ha chiesto di pensare alla copertina di un taccuino da regalare ai conferenzieri che per un anno hanno animato gli incontri nelle principali città italiane.