All'inizio del 2012, Marcella Brancaforte mi invitò, insieme ad altri designer, fotografi, illustratori e artisti, a tenere un diario visivo per un mese. I lavori vennero esposti in diverse città italiane e poi tornarono incolumi ai loro proprietari. Quel tacquino è uno degli oggetti che mi sono più cari, pieno di ritagli di giornale e di foto scattate da me in quel mese di febbraio.
In passato avevo già realizzato dei quaderni e dei diari visivi. Nel 1990 trascorsi qualche mese in Germania per uno stage, e là ricevetti una lettera dalla mia amica Gabriella Davì, con una bellissima poesia. Mi piacque tanto che volli disegnarla su una rivista free-press trovata in stazione, cancellandone i contenuti con la tempera nera.
Più tardi, quando lavoravo a Milano, incollavo i provini fotografici su quaderni fatti da me.