Le città sono palinsesti, in cui persone di varie epoche lasciano parole da scoprire. I muri ci raccontano storie che non vogliono essere dimenticate, ci danno indicazioni e persino consigli. Ogni città è piena di questo genere di messaggi, io raccolgo quelli del posto in cui vivo, Bologna.
Questa iscrizione è la mia preferita, in assoluto. Si trova nel portale di un palazzo rinascimentale in via De' Carbonesi. Quella strada è densa di presenze rilevanti, come la sede settecentesca della cioccolateria Majani, e l'antico teatro romano, nascosto nei sotterranei di un condominio privato. Oggi la via è un canale ad uso quasi esclusivo di auto e bus che passano in velocità ma, se ci passo a piedi, non manco mai di fare attenzione alle parole di questo portone: NOSCE TE IPSUM, da una parte e RESPICE FINEM, dall'altra.
Qui ci troviamo in via D'Azeglio e si racconta di una volta, nel 1322, quando gli studenti di Bologna si offesero a tal punto da lasciare la città per trasferirsi in un'altra università. I bolognesi devono essere andati giù di testa e, insomma, hanno convito le autorità a essere più carini con gli universitari. Piuttosto illuminante su come siano cambiati i rapporti di forza nel campo dell'istruzione.
In via di Porta Nuova è nato un bolognese geniale. Mi stupisco di come la città non abbia un museo dedicato alla figura di Marconi, fondamentale nella storia mondiale del secolo scorso.
In vari punti della città si trovano le indicazioni per i rifugi usati nella seconda guerra mondiale e, spesso, sono state restaurate. Questi posti dovevano essere cantine antichissime, di cui il centro di Bologna è pieno, e mi fa impressione immaginare le sirene, le persone che corrono, le esplosioni con tutto quello che consegue. Eppure è successo qui, nemmeno tanto tempo fa, dove adesso c'è una banca o uno dei tanti ristoranti. La scritta riprodotta qui sopra si trova in via San Vitale.
Tra le 2000, e passa, donne morte combattendo contro il fascismo, c'è anche Irma. La sua bellezza lei l'ha regalata a questa città, fino all'ultimo respiro.
Che ci sia una stella per lui, è il minimo.
13 marzo 2016: lo street artist Blu cancella in una notte tutte le sue opere dai muri di Bologna. Al posto del grande murale di via Fioravanti, qualcuno lascia un gatto triste.