Pane fresco sardo

Nemmeno questa volta ho vinto il concorso, ma l'argomento era stimolante e per me è stato comunque importante partecipare. Il bando della Regione Sardegna recitava: "Il concorso è finalizzato all’acquisizione di una proposta concernente l’ideazione di un contrassegno regionale e di una linea grafica coordinata. Il contrassegno regionale sarà utilizzato quale simbolo distintivo della disciplina di produzione e vendita del “pane fresco” con particolare attenzione all’informazione e tutela del consumatore, al miglioramento qualitativo della produzione e alla valorizzazione delle tipologie da forno tipiche della tradizione della Sardegna".

La ricerca è stata appassionante perché la Sardegna si caratterizza per una molteplicità di forme e ricette di pane, collegate alle diverse zone di produzione e alle occasioni rituali. In questa varietà si esprime, tramandata da tempi preistorici, una raffinata conoscenza della lievitazione e della cottura. Anche il normale pane da tavola è un manufatto alimentare che, oltre a nutrire, parla del territorio e delle comunità umane. 

Questa è la mia proposta.

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Il carattere impiegato nel logotipo è il Brandon Grotesque, progettato nel 2010. Si ispira ai font di stile geometrico, popolari nei primi anni del ‘900, ma è ingentilito da correzioni ottiche che lo rendono attuale e gli conferiscono un’alta leggibilità anche nei display. Oltre che per la sua chiarezza nella lettura, l’ho adottato perché ricorda le insegne dei negozi alimentari del secolo scorso, in stile Art déco, un richiamo alla buona tradizione alimentare.

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Il disegno del pittogramma parte dalla stilizzazione di una delle tipologie di pane tipiche della Sardegna: il Coccoi a pitzus, rintracciato nell’elenco ufficiale dei prodotti tradizionali sardi. Si tratta di una tipologia pregiata di pane fresco, riscontrabile in diverse aree geografiche dell'isola, dalla cui forma risulta evidente che è prodotto a mano e nel rispetto di procedure tradizionali. La forma circolare in cui ho racchiuso il simbolo, rimanda invece al pane Carasau (altra tipologia tipica) e alla pintadera.

Il colore arancio è una tinta solare associata genericamente all’energia vitale; nello specifico rimanda al calore del pane appena sfornato, alla cottura, a un cibo sano di cui nutrirsi.

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Varianti di disposizione dei diversi elementi del contrassegno.

 

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Versione monocromatica del contrassegno, in positivo e in negativo.

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Poiché una delle caratteristiche della panificazione in Sardegna è la ricchezza delle forme, al simbolo principale ne ho affiancati altri, creando un sistema di segni che ho poi utilizzato in una mappa, nel packaging e nel merchandising. 

 

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La mappa ha lo scopo di comunicare la varietà delle tipologie tradizionali di pane fresco rintracciabili sull’isola e la loro diffusione sul territorio.

 

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Esempio di applicazione dei pittogrammi sul packaging.

 

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Progetto di una targa da apporre all'esterno del negozioin cui si produce il pane fresco.

 

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Sul sito, nel pieghevole e nei poster compare la titolazione che accompagna il contrassegno e che definisce il pane fresco come “vivo”, cibo che nutre in maniera corretta. L'intenzione è quella di comunicare che mangiare pane fresco significa solo perpetuare la memoria del passato, ma fare una scelta salutare oggi. Il pane fresco è vivo perché è prodotto nel rispetto del ciclo naturale di lievitazione, senza interruzioni che ne compromettano la digeribilità e la possibilità di conservazione, una volta acquistato.

 

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Copertina e impaginazione interna di un pieghevole divulgativo sull'esistenza del contrassegno "Pane fresco Regione Sardegna" e sui suoi intenti.

 

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Grembiule per il personale addetto alla vendita.

 

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Merchandising.

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Decorazione dei furgoni per i panificatori che aderiscono al disciplinare "Pane fresco Regione Sardegna".

 

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Alcuni dei testi consultati:

  • Sebis - L. Deriu, Le pintaderas della Sardegna nuragica della Prima Età del Ferro, in Atti della XLIV riunione scientifica. La preistoria e la protostoria della Sardegna, 2009 Università degli studi di Cagliari.
  • Coordinamento di Paolo Piquereddu, Tradizioni e prospettive della panificazione in Sardegna, 2005 Ilisso Edizioni
  • Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966